Curioso periodo questo. Prima una gastrite da stress poco ben gestito, poi un pugnale in mezzo alla schiena, quasi una lancia del destino. Destino benefico o crudele? Vedo da diverse settimane che “tutte le strade portano a Roma”, opporsi ad una linea di realtà non appare congruo a ciò che ti viene riservato. In altre parole, opporsi non apparsi. Diverse opportunità, esperienze ed occasioni mi si sono profilate su scelte non sempre pienamente appoggiate.

Nel frattempo riemerge da una precedente riflessione rispolverare lo studio dello Sfidante, per cui la mente è principale accusata nel processo della vita materiale. Del caos che troppo spesso ho in testa. Di ciò che emetto e che l’universo mi restituisce. Profonda o di Superficie. Difficile switchare da una all’altra, in senso inverso a quello elencato, per pochi secondi, sperando invano di rimanerci. L’eterno dilemma tra coerenza e verità, per cui per estrema coerenza spesso mi ritrovo ad essere quasi rissoso e scostante nei modi, di cui gli avvenenti non sono mai colpevoli quanto me. Sì perché io alimento, permetto, avallo. Due domande devo farmele, me le faccio e mi rispondo. Anche se in maniera confusa capisco che nonostante io pensi o senta di essere coerente, ciò non basta.

Ho quella stramaledetta tendenza, abitudine, attitudine o vizio, per cui non sopporto rotture di coglioni appena sveglio, al pasto, o prima di dormire. Ed in un giorno come ieri ho fatto l’en plein. Dovrò per forza cambiare, mi sono forse seduto su questa tendenza, che sinceramente, non può descrivermi. Come già detto, di ciò che non vuoi il piatto è solitamente pieno, quindi inutile opporsi, come inutile è l’opposizione alla via che sceglie per me la vita.
I personaggi che compongono la scena del mio film. Una tragedia. Eppure quel film l’ho prodotto io. Come cambiare questa trama?

L’ostacolo della consapevolezza

Non transigo sulle prese in giro, anche se prodotte involontariamente, mangio in un piatto che ho scelto, inutile lamentarsi, ma non sto a vedere. Proprio perché specchio del passato, perdono, accetto, accolgo, ma poi il vaso si colma e quando strabordo sono proprio uno stronzo. Uno stronzo che si priva di qualunque cosa ami, pur di ritrovare il silenzio e una parvenza di equilibrio. Proprio in questo periodo, anche lungo, in cui sto sperimentando il livello cielo, provando ad abbandonare il livello terra, o il livello cielo-terra che tira giu, anche per i bassi istinti, le gelosie, le ripicche, gli screzi, le prese per il culo.
L’ha d’ammurì. Senza distinzioni, a cominciare da me, che sono la persona più importante della mia vita. La prima che devo provare a salvare. Anche perché ho cominciato a sentire odore di corpi atmici, oltre che causali o fisici, e la curiosità va sanata. E Poi la Via della Mano Destra, quella retta, quella senza scorciatoie e senza rabbia, solo amore. Come quello che la Ma’ mi ha sempre insegnato. Poi l’amore, quello immenso, eterno, non finisce. Si cambia, oppure non si cambia, si evolve, si migliora, o si muore, se quella è la Via. Ma non è detto che lo sia.

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