Mai come in questo momento ho sentito amaro questo veleno

Dei tre veleni, questo forse è quello immesso nell’aria che respiriamo più che mai. I carri dei vincenti hanno biglietto gratuito. La maggioranza vince, solitamente. E in questo momento vedo eserciti, forze armate e sanità che eseguono compiti come fossero soldati in Apocalipse Now. Si è portati a combattere un nemico, un po’ come i civili di Bagdad… che erano poi solo civili lo si è saputo(?) molto dopo.

L’ho già scritto, prima c’era calcio, politica, razza o religione. Oggi c’è anche la cura, che definisce identificazione. Troppe fazioni e interessi, al di sopra di quanto concepibile, e invece si perde tempo a cercare dei perché troppo nascosti, o imbottirsi delle sicurezze mainstream. Eppure la gente è morta, e la rabbia di chi ha perso qualcuno a volte offusca un semplice ragionamento. Un ragionamento mancato, una visuale differente, un modo di provare a capire o cavarsela, da soli, che in questo momento e in questo mondo pare vietato e sconsigliato. Cosa gravissima, la memoria corta. Al punto di ritrovarci gli uni contro gli altri. Chi si fida contro chi no.

Eppure chi non si fida, perché agisce in questo modo? Per non ovvi, ma innumerevoli motivi. Non solo per anarchia o fascismo, troppo facili queste accuse dalle comode poltroncine delle migliori logge…
Purtroppo come negli schieramenti alimentari, dove il veg(etari)ano di turno ucciderebbe lo sconosciuto umano carnivoro, per salvare lo sconosciuto animale, c’è tanta rabbia, e anch’essa avvelena…

Se solo ci si soffermasse in determinati momenti, in cui, in presenza o anche a distanza, si sottolineano determinate differenze, a pensare: l’idea che sto difendendo, da dove viene? È mia? È un’idea di maggioranza, di comodo, di paura?
Sono contrario alla versione ufficiale, perché nel momento stesso in cui mi viene presentata, nel momento più equilibrato che posso avere in un giorno, io sento stridere, sento che qualcosa non va, non mi sembra possibile. E allora provo a mettere giù quel martello, così che io cominci a vedere qualcosa di diverso dai soli chiodi. Un lavoro faticoso, che il telegiornale ed il medico spesso possono evitare, giusto?

Continueranno ad ammazzarsi negli stadi, e sceglierò di non partecipare. Eppure simpatizzo per la mia squadra.
Continueranno a scaldare quelle poltrone e indipendentemente dalle fazioni porteranno avanti quella agenda, quindi non voterò.
Eppure avevo studiato degli ideali politici in cui potevo, al tempo, ritrovarmi.
Continueranno a proporre farmaci e cure per ogni cazzata possibile, dalla più semplice alla più grave, ignorando la storia e l’evoluzione della malattia parallela a questa gestione dell’umanità, e vorrò essere libero di poter scegliere.
Eppure ho sperimentato e vissuto la convinzione che la nostra vita ha dei motivi, non è casuale, non è allevamento, esiste il destino e la relatività, e capita anche che la nostra anima quando si è rotta il cazzo di noi, mandi affanculo il corpo.

Seconde possibilità, destino, karma, esperienza, opportunità, e fortuna. E infatti sono fortunato a fare l’immensa fatica di pensare con la mia testa. Questo non è il modo giusto di pensare, né quello sbagliato. La scuola e il dottore possono essere indispensabili nella nostra infanzia. Da grandi poi però bisogna darsi da fare, non solo darne l’apparenza.
Ma questo è strettamente collegato all’essere presenti a se stessi, e coerenti al Vero.
Se tua madre o tuo figlio mentono, e ne hai dubbio o certezza, che tipo di realtà crei avallandolo?

Venitemi pure a prendere

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