La domanda delle domande per cui lo spazio di archiviazione di questo dominio risulterebbe finito anche se infinito.
Però mi va di blaterarne per alcune righe, lasciando chiaramente il meraviglioso e adolescenziale ”to be continued” in fondo, che tanto mi faceva incazzare al termine di quel film o telefilm, ma che lasciava aperto lo scenario alla sceneggiatura e ad un reale senso di questa vita, il continuo cambiamento, se davvero possIbile.
Chi sono io? La risposta a questa domanda è cambiata crescendo. Tutto ciò che ero abituato, programmato, educato, portato, convinto, ecc., a credere o pensare di essere è via via evoluto con la mia stessa evoluzione. Una volta capito e compreso che ogni aggettivo, di qualsivoglia tipo, non si avvicinava al vero me, ho iniziato a guardare, o meglio sentire, oltre. Innanzitutto chiudendo gli occhi, anziché specchiarmi. Già, per una vita guardandomi allo specchio, e preparando o studiando la migliore (?) immagine di me, ho realizzato ”cosa” ero. E miglior definizione non c’è. Perché ”cosa” è notevolmente diverso da ”chi”. Quindi non avevo nemmeno tutti i torti, così come giustamente non ne hanno coloro che si ispirano a qualcosa, il famoso status, tipologia sociale o antropologica di appartenenza, quasi a sostegno di un’insicurezza, nascosta o meno, di una maschera che nasconde una ferita, o di un veleno qualsiasi come l’identificazione. A volte però, l’identificazione somiglia ad ”il carro dei vincenti”, quello che Lucignolo pubblicizza come tratta gratuita per il paese dei balocchi…

Poi la mia attenzione si è spostata sugli atteggiamenti. Una sorta di abito che fa il monaco, un abito di ”modi”, su cui spiccava solitamente la gentilezza e la dolcezza, a volte selettive, che potevano salvarmi dalla condanna che io stesso pensavo di meritare. Ma anche questi modi, che pensavo aiutassero ad entrare nel monastero, erano tuttavia riconducibili ad aggettivi, speculari nella loro polarità, tipici della dualità. Difatti, alcune di quelle qualità che sfociavano inevitabilmente nel buonismo, benché io fossi naturalmente portato ad esercitarle, ricadevano in un limite laterale o in un estremo, del cui contrario ero e sono ancora ben capace. Per intendersi, tanto buono e tanto gentile, quanto stronzo e sgarbato. Niente di difficile. Allora un giorno mi è stato fatto notare che io sono Tutto, ma sono anche Niente. Esattamente. Questo è meravigliosamente applicabile anche al campo della conoscenza, specie nei settori dove si è ferrati, o si pensa di esserlo.

Nell’essere Terra, non c’è niente di male, e a quel livello vi è un limite alto, per cui si pensa di essere arrivati. E’ normale, se non si ha modo di capire che il limite alto di quel livello corrisponde al punto più basso del livello superiore. Un po’ come le scuole. Hai fatto il figo all’esame di quinta elementare, poi pochi mesi dopo ti picchiano perché sei un coglioncello di prima media. E così via. E questi livelli salgono, come i corpi energetici umani, qualcuno li chiama corpi sottili. Alcune forme di amore, o i comuni tentativi di modificare la realtà a proprio piacimento, appartengono al livello terra. Ed oggi a malapena esploro il livello terra-cielo. Così come tante persone che mi dicono, – questa cosa l’ho sentita forte proprio qui, al chakra della corona – , ed io penso: Sì certo, come no, ma esattamente come me non ha proprio capito un cazzo…. E questo perché? Perché quel livello di energia spirituale è un punto di arrivo completamente lontano, così come lo è la chiaroveggenza per il sesto chakra, dal momento che non saremo quasi mai liberi da ogni forma di giudizio. Già, come la mia di poche parole fa. Se riuscissimo anche per un secondo, a spegnere ogni forma di giudizio, ma davvero, allora il tempo si fermerebbe in quell’istante, nulla più importerebbe, nemmeno sentire il chakra della corona che prende l’energia dal cielo! Per cosa poi? Per ricaricare il cellulare prima ancora di guarire dalla propria limitatezza?

Chi sono io. Io sono la mia Anima. Colei che nel dialogo con Dio decide cosa è per me, indistintamente dal risultato, affinché queste esperienze possano farmi evolvere interiormente.
Siamo api in un alveare che non riusciamo a trovare. Spesso non sappiamo nemmeno che c’è, perché l’istinto a ritrovarlo è offuscato dall’Ego e da tanti altri fattori.
Cambiano i ruoli, alcuni gregari o più responsabili, ci sono i ripetenti ed i fuoriclasse, ma siamo comunque lontani dalla maestrìa. Alcuni maestri del passato, come potevano essere Gesù, Maometto, Osho, hanno dato ampia carta ed inchiostro a chi si è approfittato delle loro figure, per inscrivere un gregge dietro a schemi di comportamento o leggi. Non è tanto diverso da altri settori come la politica, la sanità, l’istruzione, ecc.
Oggi vi sono dei veri Maestri che operano al livello Cielo-Spirito o al livello Spirito-Energia, che hanno le qualità per esserci senza farsi vedere. Qualcosa di simile alle apparizioni della Vergine o la presenza di un Arcangelo… E scendendo gerarchicamente, gli altri, potenzialmente noi, alla ricerca di un’evoluzione interiore, potremmo rientrare negli Esseri Discepoli, che rappresentano un movimento di Ispirazione. Ed in questo momento l’ispirazione è quella che ci porta al risveglio della Coscienza, in questa fase di cambiamento epocale, che per immensa fortuna e/o immensa responsabilità, sono anch’io portato a vedere e sentire.

Io sono Dio, sono la mia Anima, quando mi ricordo di ricordarmelo. Oscillo costantemente, anche più volte al secondo, tra una forma di energia purissima ed i più bassi istinti materiali. Una sorta di peccato originale da scontare, o di grande prova da affrontare. Sono Tutto e sono Niente. Sono Buono e Cattivo, e tutto ciò mi riporta al livello terra. Abbandono queste dualità, ritornando al centro di ogni cosa, il presente, e cerco di fare del mio meglio, sapendo esattamente cosa ho fatto ieri, e che non ho più jolly da giocare per ripetere gli stessi errori o ritornare sulle solite dinamiche, quelle per cui vivo mancanza, dolore, fastidio. Accolgo però gioia e felicità come scelte, quindi non mi ci aggrappo, esattamente come per il denaro, che è un flusso di abbondanza, come l’Amore se sono capace di farlo fluire, forme di energia che sono effetti collaterali della propria coerenza.

Ma attenzione. Ho usato la parola Coerenza non a caso. Si può essere coerenti in ognuno dei tre lati della dualità e della non dualità. Ho omesso di parlare degli Iniziati poco sopra. Essi sono intorno a noi, ed operano in ogni direzione, anche in quelle che consideriamo ”sbagliate”, ma se sono Coerenti con il loro scopo, porteranno a chi lascerà il proprio buco interiore, dolore, sofferenza, odio e sciagura, senza colpo ferire, pur vivendo la loro ricchezza ed il loro potere in maniera eclatante, e questo perché non siamo tutti uguali e le forze in gioco oggi sono di vario tipo. E’ una sorta i campionato. Morte tua vita mia, e vale per tutti. Quindi attenzione a scoprire la propria coerenza, ed individuare i ruoli, anche di chi abbiamo vicino, proprio come i vani tentativi di salvare qualcuno, magari ”ispirato al cambiamento” da un senso di identificazione o possesso, anziché motivato o portato autonomamente al risveglio…
Purtroppo i piccoli non adatti vengono gettati giù dal nido dai genitori stessi, e vi è estrema coerenza in quel gesto apparentemente crudele.

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