Ebbene. Come fare oggi a mantenere l’equilibrio, la calma, la saggezza e proiettare amore in questa difficoltosa situazione? Già ricordarmele in fila mi ha fatto rendere conto di quanto queste virtù tendano oggi ad allontanarsi. Mi guardo dentro ed intorno, e ancora una volta sostengo di beneficiare di una condizione privilegiata. Eppure la scenografia di ciò in cui mi muovo sembra un inganno globale. Come il titolo suggerisce, uno scenario di follia in cui la sacrosanta verità è qualcosa di quasi universalmente dimenticato.

Proprio oggi arrivo a constatare cosa l’uomo è stato capace di fare. Sebbene la storia di questo pianeta si ripeta continuamente nel corso dei secoli, con dinamiche in cui gruppi o singoli contendono o spartiscono i beni o il controllo, rimango comunque basito. Nulla è davvero cambiato, soltanto le evidenze, e non per tutti. Ancora una volta vale l’esempio delle rane che piovono, e nessuno ci crede finché come in Vanilla Sky, ti piombano addosso. Quella volta sotto le torri gemelle non c’eravamo noi e quindi la cosa non ci ha toccato. Come mi è stato suggerito, l’Italia è davvero il centro del mondo e proprio qui si stanno effettuando i più miseri esperimenti, sia sociali che politici. Sin dall’inizio di questa “cazzata globale”, come l’ho da subito soprannominata, ho percepito nell’estensione a livello mondiale il vero problema di un forzato cambiamento. Purtroppo come in alcuni bar dove ancora qualcuno si picchiava per un pallone o per una poltrona politica, oggi vedo la perfezione nel muovere le masse verso qualcosa di predefinito, il più delle volte tramite un perfetto e magistrale divide et impera.

Fintanto che soffro nel vedere le persone muoversi secondo questi fili, vedo operare senza pensiero, senza identità. Come esempio di diffusione, colgo nel giornalismo orofecale odierno, e di tutti i satelliti filiali collegati l’abisso della domanda la cui risposta si trova all’incrocio delle rette parallele. E della quale forse nessuno avrebbe la soddisfazione di sentire. Proprio perché non è alla nostra portata saperlo(direbbe qualcuno), o proprio perché non dovrebbe nemmeno interessarmi (dovrei dire io).
Come è possibile che quello che per me è un’evidenza, possa essere così offuscata dalla cecità?
Eppure continuo ad incazzarmi ed a volte continuo a sperare di vedere qualcuno in più ri-svegliarsi dal sonno che imbianca le pareti di questo periodo. A volte inciampo nella non accettazione di quanto buio, quanta infamia ed ignoranza ci sia nella diffusione dei concetti, culturali, medici giornalistici, sociali. Si sono creati dei micro-mondi, ognuno con i fondali scenografici fissi alle pareti. Nessun panorama diverso osservabile, e anche la curiosità di guardare oltre è scomparsa.

Eppure so bene che la mia realtà è proiettata da me e per me. Se sono qui in questo momento, un motivo chiaro ci deve essere. E devo essere sereno di non avere paura del niente, o di non asservire all’infamia o al principio di essere effetto dell’esterno, di non ragionare o valutare con coscienza. Vedo paura intorno a me, ignoranza e stupidità che di istinto mi porterebbe a condannare ma non è affar mio, eppure mi infastidisce, ma mai quanto il sapere o constatare senza mentire a me stesso che questa stronzata non finirà così come è cominciata.

Ragionavo proprio ieri sull’analisi completa di una frase, del suo significato, di ciò che sottintende, che preannuncia e che configura, fino alla sua indicazione di finalità.
”Andrà tutto bene”.
Proprio questa semplice promessa di propaganda a più riprese mi è sembrata e tutt’ora si afferma come una colossale presa per il culo. Oggi all’estremo. Quelli che oggi chiamano “casi”, nessuno ha più nemmeno il dubbio di ricordarsi che potevano essere scissi in tre categorie di cui soltanto una infinita parte poteva aver dei rischi. Nessuno sa più contare. Non si può più nemmeno avere un raffreddore, o una febbriciattola da freddo, da stress o da stanchezza. Sembra strano, anche guardando chi davvero ne ha materialmente subìto, come ancora siano convinti che il pollaio non abbia un cortile esterno.
Si parla di sicurezza, di igiene, di cure, di vaccini. E per ognuna di queste tematiche ed il modo in cui vengono trattate, recepite e ripropagandate, a me viene da vomitare. Vedo una popolazione completamente dipendente dal travaso televisivo e giornalistico, orchestrato ad arte per essere rimbalzato per via orale e social(e) da ognuno…
E poi, come un asso di briscola calato nella mano più ricca, un comburente infiammabile difficilissimo da estinguere, e diffuso ormai a macchia d’olio: la Paura. La paura muove il mondo, è vero, forse non sempre in avanti però.
Continuamente ricasco nel non poter credere che sia vero tutto questo, lo scenario che vedo per le strade o nelle scene di vita comuni, involontariamente leggendo qualche titolo o vedendo stralci o spiragli di televisione, ascoltando le parole delle persone, vedendo come si muovono o si comportano, spesso scuoto la testa e mi rammarico per loro. Poco mi importa se il carro dei vincenti è comodissimo, è tutto esaurito e per loro sono io che non capisco. Inoltre tutto questo è avvalorato dalle miriadi di parti coinvolte nella medesima parte. Quelle poche e sparse persone o associazioni che si muovono nella verità, benché composte anche da figure di rilievo, sono subito additate di dissidenza. Abbiamo guadagnato in censura e limitazione della libertà in nome di qualcosa di non universalmente compreso (o volutamente incomprensibile), che ha nella sua funzione di guarigione altre strade, che la macchina del profitto, padrona anche delle istituzioni più alte, non permette si possano percorrere, e dall’alto si mente sapendo di mentire, come nella piramide massonica in cui si opera per un fine che al vero nemmeno si conosce realmente.
È proprio per queste constatazioni che devo rassegnarmi all’inevitabile cambiamento, motivo per cui nulla andrà bene, cioè, come molti ancora si auspicano, difficilmente si ritornerà alla condizione precedente. E questo perché la moltitudine si è abituata. Il cambiamento climatico avviene per il clima, quello sociale lo fanno le persone, e sinceramente parlando è già molto tardi. Se per una settimana o due vado in viaggio all’estero, presso una cultura di un paese molto diversa dalla mia, mi adeguo e provo a modificarmi, specie alla cucina, ma al mio ritorno le cose saranno come le ho lasciate. Qui si sta perdendo il ricordo delle cose. Si sta perdendo il ricordo di sé, come natura unica e originale, capace di pensare e soprattutto, rispettarsi. Le persone intorno a me, in nome di qualcosa di semplice e già fatto, hanno smesso di pensare e rispettarsi.
Probabilmente parrebbe più semplice additarmi come un no-qualcosa.
No-che?

Però continuo a ripetere che la scelta di non respirare aria pulita fonte e simbolo di vita, ora la pezza in faccia, chi da soli in macchina, in bicicletta o all’aperto, quelle persone la indossavano virtualmente anche prima, come segno distintivo della loro assenza. Quelli che ancora dopo un anno aprono le porte con i gomiti e si igienizzano abbondantemente le mani prima e dopo l’accesso ad un luogo, chi acconsente ed appoggia la crescente depressione, specialmente quella dei propri figli, bambini addestrabili alla nuova normalità, ebbene vedere tutto ciò mi crea dolore e pena.
Poi, come già detto, se prima era per un pallone o un simbolico rappresentante, oggi ci si scanna e ci si odia anche per questo, sempre in nome del nulla più assoluto.
Non mi serve giudicarli, è una constatazione, così come lo è il ritenermi estremamente fortunato.

Queste tematiche chiaramente hanno il loro specchio materiale nella vita di tutti i giorni. Chi opera nel sentire ed è cosciente, di sé ed anche del meccanismo in cui è al mondo, cioè la forma umana che ci contraddistingue, corpo-mente-spirito, ha il compito di non mollare, di rimboccarsi le maniche rendendosi conto di quanto il gioco sia arrivato ad un livello esperto. In questo momento un bel ripasso su tutti i tipi di corpo spirituali possano essere presenti nella mia forma mi sarebbe utile.
Inutile invece la specifica delle forme pensiero o delle entità che da sempre governano per nutrirsi dell’energia umana, quella sottovalutata e sottosviluppata capacità e forma che si ignora cambierebbe in un istante le sorti di ognuno.
Ognuno è uno, uno soltanto forse, ma da uno parte tutto, così come uno è trinità, equilibrio interiore, coerenza, integrità,
Uno, quindi Dio. Quindi capacità, onnipresenza, onniscenza, divinità personale, capacità di guarire dalla propria malattia interiore, quella che il karma ci ha consegnato nella forma in cui ci ritroviamo oggi.

Cambiare noi stessi per cambiare il mondo, senza aspettare che lo faccia qualcun altro prima di muoversi.

Questo articolo può continuare davvero per moltissime altre righe, dal momento che la sua scrittura ce l’ho in bozza mentale da oltre un anno. E la bozza non sarà mai completa, non finirà mai, si aggiunge, rettifica, quasi mai corregge, ogni giorno, più volte al giorno.

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