Non ho figli, matrimoni alle spalle, né una famiglia mia, vera. Anche nella mia famiglia, quella che ho ereditato, o da cui provengo, anche lì sono a metà. Direi quasi in comodato o in prestito. Ho giusto il cognome di mia mamma e di mio nonno, con il quale abito vivendo nella stanza dove mia nonna se ne è andata, e non intendo con un mezzo di trasporto… Sono fortunato perché, finora, ho la possibilità di abitarla senza pagare. E sono pieno di chiavi, di case non mie, così come per una vita sono stato custode di password e account altrui senza averne il possesso. Ho una velocissima e datata macchina usata che non è ancora nemmeno completamente mia. Probabilmente, nell’esatto momento in cui finirò di pagarla presenterà un danno necessariamente irreparabile. Ho sempre scherzato ammettendo il vero che “Se non fosse per mia mamma non avrei nemmeno i soldi delle sigarette”, eppure constato che la cosa sta per finire, visto che mia mamma è al momento su una sedia a rotelle. Non ho fondi ne paracadute, e vado avanti praticamente alla giornata. Mia mamma e le mie sorelle vivono una simile situazione quasi ereditata da me. Una bella magagna, quasi una colpa che ricade. Trovo qualche stimolo altrimenti mi sarei stufato da un bel po’. E di questi stimoli alcuni fortunatamente li amo. Incessantemente come questa pioggia carrarese che cade perfettamente su questi tre giorni “liberi” e direttamente sul senso di impotenza e di quanto mi sento imprigionato e bloccato. Non so nemmeno più da cosa e verso cosa.
Sono talmente al limite che sento nuovamente la rabbia spingere come una una tempesta di vento contro un vetro già crepato. E’ solo questione di tempo. Poi quei vetri infranti potranno ferire o rimanere lì in terra, fino a che qualcuno ci metterà il piede sopra, qualcuno sarà così sconsiderato o affidato da mettercelo nudo ed a quel punto si taglierà, pagando il prezzo di chissà quale contrappasso antico o dimenticato.
Volere volare, un paradosso talmente diffuso da sembrare reale. Trovo una situazione in cui ciò che ho finalmente sepolto mi viene mostrato. E spesso qualcuno mi ha gentilmente respinto al mittente perché giustamente non aveva intenzione di vivere la mia situazione ed il bagaglio che mi porto dietro, pesante fardello, le parole che mi sono sentito dire, quando io chiedevo comprensione e oggi non ne avrei. “Se avessi saputo subito che…, probabilmente non mi sarei avvicinato/a, o ci avrei pensato meglio…”, altre parole spesso sentite e che come proiettili crivellano la mia voglia di vivere.
Ho mentito e tenuto nascosto le cose per anni, esattamente come ereditato in età fetale, e una volta liberatomi, mi viene oggi riproposto karmicamente ed in maniera implacabile.
Mi sembra di rivivere quella fantastica scena di Schindler List, in cui proprio lui con le lacrime agli occhi recrimina sul denaro speso e buttato, a fronte del valore di alcune vite in più.
Mi girano talmente tanto i coglioni che credo di essere pericoloso anche per me stesso. A questo grado di fuoco tollero poco e niente ogni scocciatura, e parlo poco volentieri, specialmente appena sveglio o durante il pasto. Mi piace ancora scrivere, per fortuna.
Ma tutto questo succedeva due giorni fa. Non che la situazione esterna sia cambiata, anzi, ogni giorno nuove ciliegine vengono apposte su una torta già bella calorica. Ora sebbene mi rendo conto di quanto quel fuoco abbia scaldato la padella, so che il materiale è particolarmente conduttivo, e raffreddandosi va verso la temperatura più gelida, quella della depressione, instabile quanto ciclica condizione che mi ritrovo a scavalcare. Proprio ieri sera condividevo il fatto che “a bocce ferme” non posso che constatare di essermi rotto i coglioni, e trovare nuovi stimoli per non mollare mi è difficile. L’unica via per scalare la montagna è al momento senza scarpe e picchetti, ma con ancora una buona tenuta fisica. Cosa di cui sono grato, ma ho 50 anni, da vicino faccio fatica a mettere a fuocole cose piccole, la ricorrente stanchezza mi ricorda che non ho più quell’energia che ben ricordo e che nei decenni ho perso sempre più. Se mi lascio andare ai miei personaggi sono anche molto poco simpatico, nonostante sappia ridere e far divertire. Uno strazio insomma. Eppure siamo qui. E si va avanti.
Mi scuso per lo sfogo, che poteva essere anche ben peggiore, ma io sono anche questo.


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