E tu, vedi le sbarre? Dove viene meno la tua Libertà?
Queste restrizioni ti limitano davvero?
Quanta rabbia senti dentro?
Riflettevo qualche giorno fa sulla frase al termine di una interessante quanto lunga intervista a Loretta Bolgan, scienziata e ricercatrice italiana, a cui si chiedeva, dopo diverse opinioni tecniche mediche e scientifiche attinenti alla propria posizione, se secondo lei fosse giusto vivere in questa condizione, sottostare a determinate coercizioni o limitazioni, sulla base di qualcosa di non universalmente appurato.
Ebbene, quando ero un po’ più equilibrato di così, cioè già qualche mese fa, mi trovavo d’accordo con lei. Senza nemmeno saperlo. Ma sentirlo dire nuovamente mi ha dato una sveglia. Nemmeno mi ricordavo. Mi ha fatto rendere conto quanto l’incazzatura mi abbia distratto. Ebbene la sua riflessione è stata molto semplice ed eloquente.
Fino a 10 mesi fa vivevamo ciò che oggi viene ampiamente rimpianto, eppure ci lamentavamo continuamente di ogni cosa. Certamente lo spirito umano porta a farlo, tendenzialmente per migliorare, ma di certo al genere umano serviva. E ad ognuno di noi serve certamente ciò che stiamo vivendo. Molto semplice, e tutto qui.

Dove sta oggi la prigionia? In tutto ciò che è materiale forse. Fuori. Non dentro. Se è vero che ciò che ci circonda è senz’altro una proiezione di quello che abbiamo dentro, allora per tutti vale ogni dinamica di quello che stiamo vivendo. Esattamente come il punto prospettico di ogni osservatore rispetto all’oggetto definito in uno spazio, questa situazione è la medesima per tutti, con diversi punti prospettici di osservazione. Per tutti noi c’è, ma dipende da noi leggerlo e trasformarlo.
Che sia una prova, una grande prova, non v’è dubbio. Sicuramente il livello superiore, offerto indistintamente ad ognuno. Va però visto per essere fruito. I “terricoli”, come li definisce S. Brizzi non sono apparsi ora né cambiati rispetto a prima. Noi, quelli diversi che “credono” di avere l’opportunità perché davvero provano a fare un lavoro su se stessi, nuotiamo nello stesso mare. Inutile quindi lamentarsi.

Ciò che ci imprigiona è già dentro di noi, soltanto sollecitato ad emergere, a cercare cause o colpe esterne, col benestare della lamentela, comune o meno. Non possiamo andare qui, lì, limitati ad uscire, a spostarci, o a lavorare, a stare imbavagliati, a soffocare nel nostro alito, anidride carbonica che offusca le capacità di ossigenazione e ragionamento. Sembra di essere circondati, sembra un film, quelli in cui il protagonista non può credere che tutti (o comunque una buona fetta di popolazione) intorno a sé siano ipnotizzati…
Poi comunque mi chiedo se chi ha una certa influenza possa sottostare comunque a ciò senza farsi vivo in alcun modo. Si assiste ai proclami di alcune figure di riferimento, noti volti del cinema e della musica, che possono influenzare il popolino. Eppure ci sarà anche qualcuno che la pensa diversamente. Ed il fatto di non averne il minimo feedback a volte scoraggia.
Eppure tante cose che conosco, ho studiato, sperimentato, scoperto, ben mi guardo dal rivelarle ai quattro venti. Forse è proprio la vecchia scuola, quella per cui farsi gli affari propri ripaga. Cerchiamo compagnia, per non sentirci soli nell’ingiustizia, nella difficoltà, nell’inganno. Ma non si rischia così di cadere nell’identificazione tanto schernita che contraddistingue la fazione della cospirazione e dei suoi seguaci?

E poi, quale cospirazione? Quale inganno? Quale storia che si ripete da sempre in questo pianeta, lotte più o meno nobili per il potere, per l’energia, per il dominio. Niente di nuovo, cambiano solo i tempi. Di conseguenza le modalità.
Ma allora sì, che vadano affanculo tutti! Col mio benestare.
Permetti a tutto ciò che esiste di esistere, senza giudizio. Proietta quello che sei e sii felice, felice di Essere, qualcosa che va al di là del Vivere, qualcosa di Intoccabile, sempre, e per davvero. Siamo veramente intoccabili se rimaniamo nell’Essere. Il corpo materiale e la mente, è vero, non sono sempre d’aiuto, e comunque ci sono stati donati per essere usati nel migliore dei modi.
E per imparare bisogna errare, cioè spostarsi. E non cerchiamo né compagni né conferme, saremo capaci di districare la solitudine come tempo a disposizione, l’Amore come premio, prima di tutto per noi stessi.

Sto male in questo periodo. Penso che mi manchi qualcosa, ma so benissimo che nulla mi manca. E’ vero, più il tempo passa meno si intravede la fine di tutto ciò, anche sapendo che poi al termine di questo problema ci sarà un peggio che verrà. Ma questo avviene quando si è pronti.
E modestamente non lo sono. Mi accetto e lo permetto, ma senza stare con le mani in mano. Ogni giorno ci ricado e penso che tutto intorno a me sia un grande scherzo, che diventa sempre più grande, un copione che comprende globalmente continenti e popolazioni, ma io non ci sto e non so a cosa dovrei ribellarmi in fondo. Ripeto sempre che sapere di avere un’opportunità è gia essa stessa l’inizio del percorso, da non sprecare, verso qualcosa di vero.
E niente è più Vero dell’Essere. Lezione che mi ha lasciato mia nonna andandosene sessanta giorni fa. Non voglio deluderla, ora che è Uno con Me, ora che è parte di tutto, se l’è guadagnato e soprattutto l’ha dimostrato con amore e sofferenza, lavoro e attitudine, salute e malattia. Lei ha vissuto l’ultimo anno passando da un piano all’altro, e mostrandoci come la serenità, l’amore, la saggezza, siano possibili anche nel percorso smarrito di una malattia come il blackout cerebrale di Alzheimer.

E’ un momento particolare, rischiamo di dividerci ancora di più. Chiaramente le strade tracciate ora sono più evidenti. Non soltanto dalla scelta del bavaglio, o più in generale dell’atteggiamento incosciente, chi per paura del virus, chi per paura della multa, in macchina o in bicicletta da soli, in casa da soli, per strada, non importa, non devo e non dovrei cadere nel giudizio. Questo è solo un indizio che permette di vedere prima, quando invece in passato ci voleva qualche tempo per capire che alcune cose tra due persone proprio non combaciano. Non posso discriminare l’Amore o le capacità di una persona sulla base di ciò che segue, e soprattutto perché lo fa. Non mi deve importare. E soprattutto non dovrebbe nemmeno interessarmi. Guarda e passa. E’ un mistero troppo complesso. Esattamente come quella persona che pretende di esercitarsi nel salto in alto, pur essendo sulla sedia a rotelle.
E poi, Reset, Great Reset, Matrix, casta, illuminati, cospirazione e nuovo ordine mondiale, per dirla alla bergamasca, finemente, ‘ncùlèt!!!

Permetti a tutto ciò che Esiste di Esistere,
e fai in modo che ogni cosa che fai Sia Amore.
Due comandamenti che non devo dimenticare. Sempre e comunque.

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