Come in tutti i giorni qualunque, qualcosa succede sempre. È la perfezione della vita. Un giorno che per qualcuno è senza dettaglio, degno di nota, altrove invece segna. Segna la vita di qualcun altro. Una chiave di lettura interessante. Utile a smettere di lamentarsi.

In questa giornata c’è chi sarà soddisfatto o meno. Chi vive e chi muore.
Oggi qualcuno nasce. Inizia. Qualcuno termina. Quando qualcuno muore il problema è sempre degli altri. Un momento sacro in cui quella strana energia leggera, che alcuni ostacolano col senso di colpa, pervade il cuore come se un ostacolo non opprimesse più l’orizzonte. Quando un nonno se ne va, i nipoti possono capire, tremando, quale dolore il genitore provi nella perdita della madre. Al di là del rapporto recente. Le incomprensioni del confronto tra vecchiaia, lavoro, età, modi differenti di educare o gestirsi la vita. Tutta roba effimera, che svanisce, in un senso di dolore e vergogna, misto a sollievo, specie di fronte ad un percorso di malattia o sofferenza.
Perdere la madre. Una delle mie più grandi paure. Da sempre. Anni di lavoro su di se per accettare l’inevitabile, la cui paura mi impediva di vivere tranquillamente. Eppure oggi mio padre perde sua madre. Quella che gli ha permesso di Essere. Di Fare. Di sbagliare ed imparare. Ed anche se quella persona oggi non assomiglia più a quella che ti ha partorito, anche se il rapporto non era quello dell’abbraccio frequente, anche se si poteva aver bisticciato, il dolore va rispettato.

E l’atto di vera compassione è dovuto. Non per educazione. Astenersi altrimenti. Nemmeno per senso di colpa, paura, o tristezza vaga.
“Condivido la tua perdita, in quanto comune o lontana, come parte della vita che può essere condivisa nell’amore che ti viene dato, assieme alla vita, e che fonda il carattere, i valori, i principi”. E questo da un punto di vista materiale e mentale. Il legame animico è quello che infonde. Infonde la scelta di accompagnarsi, a tempo, in questa vita.
Un abbraccio, in silenzio, perché il tempo si ferma di fronte a queste cose. Come le guerre durante le Olimpiadi. Sempre che fosse vero, nella speranza che poi, sulla base di quanto appena successo, il valore della vita ed il ringraziamento alla madre, possa far dimenticare quale guerra stavamo combattendo.

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