Giorni partenopei, flegrei, di afa settembrina, fatiche fieristiche estenuanti, da prova del 9 quest’anno in questa città. La musica, da sempre compagna, ha scandito le opere trasmesse e ricevute in questi giorni. Lasciando Rimini sentivo l’aria fresca settembrina e già nostalgico, non mi aspettavo nulla, se non concentratissimo sulla partita a scacchi ciechi che mi aspettava in fiera. Il caldo potentissimo ha alimentato il fuoco di questo divertimento, sebbene per i primi 4 giorni zoppicavo quasi, ma sereno e soddisfatto. Poi la meraviglia e i miracoli, che accadono nel cuore di chi riconosce i cuori. Le persone qui sono splendide, anche nelle versioni più veraci e scugnizze, ma spensierate e intraprendenti, a livello di insegnamento. Perché bisogna sempre fare come la Sony, che imita prendendo il meglio da ogni concorrente, mettendolo insieme nella magia del suo marchio. E poi il cuore e l’onore di molti, la loro onestà educata e spontanea, il rispetto delle “signore” e “da’a criatur”, la sacralità del farinaceo, il saluto, la loro particolare ma differente dalla nostra voglia di accontentarti, il clacson, i fuochi d’artificio di festa e quelli di avviso, le fritture di ogni tipo, la magia delle verdure in bagno d’olio, ‘o mare, che puoi trovare da tutti i lati a seconda del quartiere, tutto splendido.

Metto insieme l’esperienza di quel primo 2015 al mio iniziale, brusco e difficile arrivo. Insieme alle altre 5 o 6 volte che vi sono ritornato. Venendo da nord, dall’altezza di Caianello devi cambiare la guida, altrimenti rischi grosso, e trovi rispetto anche il quel caos pazzesco di inversioni a u folli, cambi corsia e sorpassi durante una chat, la ragazza che mangia una mela senza casco dietro al ragazzino che fa lo slalom gigante sui sanpietrini di Posillipo. Autentici quadri, che una volta mi innervosivano influenzati dal giudizio e dagli specchi esse i più evidenti, oggi meravigliosi affreschi di una realtà perfetta. La cultura del cibo, incredibile arricchimento culturale che colgo in ogni dove, ambientandomi a ciò che questi conventi a 5 stelle offrono, sì, perché nell’ accogliere sperimentando e sposando, le sorprese non mancano mai, e sono sempre regali inaspettati. E poi le rocce, la sabbia, le conchiglie, nuotare da un golfo all’altro sentendo la potenza di un mare che lambisce circa due milioni di cuori. Come per gli altri anni dai e trovi, sei e hai. Più velocemente che da altre parti. Tanto sole, tanta calma nel caos, o frenetica tranquillità, per un’esperienza letteralmente travolgente, vedi Napoli e poi muori, ed ogni volta lo si capisce sempre di più, per i culmini che tocca il vivere qui, a tutti i livelli, per ogni senso umano, e anche divino.
Persino l’inaspettato quanto potente terremoto flegreo di pochi giorni fa non ha scalfito la forza e la determinazione di queste persone, alle cui qualità ti ritrovi a prendere necessariamente parte, non come identificazione, ma come Unione.

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