La terra dei vampiri ha un fascino estremo, quel sempreverde eterno e gelido, in ogni stagione. Venetum
Al tempo dei Romani la Regione si chiamò Venetia dal nome dell’antico popolo che l’abitava. Questa regione si chiamò anche Venezia Euganea, derivante sempre da antichi abitanti (Euganei) che vennero poi assorbiti dai Veneti. Con la Venezia Tridentina e la Venezia Giulia, la Venezia Euganea forma le cosiddette ‘Tre Venezie’.

La scenografia di questi luoghi è splendidamente confezionata grazie ad un sottosuolo ricco di acqua e sorgenti termali, terreni fertili e fumanti, specie nelle zone abbandonate, rigogliosamente attorcigliate dalla vita verde che si arrampica. Ampi e lunghi fiumi scorrono per portare questa vita fino al mare e rendere il paesaggio così verde e così freddo anche nel pieno del calore. Affascinanti panorami fuori dal tempo, anche in un inverno mistico dalle nebbie esoteriche come questo, il cui improvviso gelido ma delicato vento bacia ogni vegetazione, spazzando via le foglie che andranno a nutrire le radici di nuova vegetazione. Anche in ambito architettonico più si sale al nord, fin sopra il piave, i termini ”maestoso”, ”fatiscente”, ”regale” e ”misterioso”, si alternano in un crescendo che è sconfinato. Pur essendo una delle regioni più densamente popolate, al pari del Lazio, dietro l’angolo gli spazi liberi si estendono verso l’infinito, e le strutture abbandonate hanno un fresco alone di mistero.. Alcune strutture alberghiere di questa zona in cui mi trovo ora, Apònos, in romano antico, Abano per i tempi odierni, mi ricordano un misto tra i ludici Resident Evil, Myst, ed il cinematografico the Kingdom di Lars von Trier.
Affascinante, magnetico, eterno, misterioso e pericoloso.

I cinque primi aggettivi che potrei utilizzare anche per la specie vampira.

Anche gli abitanti di questo luogo sono particolarmente curiosi. Antropologiamente si possono individuare diversi lignaggi che hanno delle caratteristiche di somiglianza davvero uniche, riconoscibili quasi al parentale, come solo nel partenope mi era capitato di vedere. Alcuni di questi, forse molto più di alcuni, sembrano davvero somigliare o discendere dalla forma vampira. Una creatura demoniaca dal fascino ammaliante, e dalla pelle chiara come la luna, il cui scopo nella propria esistenza è legato al nutrimento, originalmente il liquido “monoproteico”, e da tutti conosciuto.
E’ difficile avere a che fare con questi umani, che nella forma energetica, più che nella conformazione fisica, sembrano rappresentare questi esseri, ma le cui sembianza spesso riportano inequivocabilmente a loro.

Specialmente l’esemplare femminile, qui davvero molto presente, porta con se quell’energia ed una spiccata conformazione fisica. Il parallelismo è breve e conciso. Bellezza curiosa, strana e disarmante che gela lo sguardo, attrazione fatale richiamata e ripiegata dal buco energetico che noi abbiamo, un buco di sangue che può esser nutrimento per l’essere che abita. Una voragine in cui succhiare e prosciugare la preda, della quale il predatore non ha il minimo scrupolo né interesse, e specularmente la preda vive un magnetismo malato idolatrato e tossico. Va da sé che l’osservazione del luogo è molto più sicura, molto più appagante, ed energeticamente molto più ricca e nutriente del salasso a cui si può andare incontro.

Trecce d’aglio in giro non se ne vedono, anche se le croci da esorcismo non mi mancano.

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