Le cose si mettono male, parecchio, per me e la donna più importante della mia vita, mia mamma. E allora tanto varrebbe passare ai saluti. Probabilmente, e c’è un discreto rischio, si finirà senza (fissa) dimora, e la cosa non è proprio piacevole. In circa un paio di giorni. Non è stato possibile ovviare nonostante vari tentativi e sembra proprio che il destino voglia questo. Sparire nel nulla sembrerebbe la soluzione migliore, anche se, come qualcuno mi ha detto, non sono famoso ma sono ”in vista”, e non sarebbe una sparizione completamente trascurabile. Anche il delitto “Cogne” è finito nel dimenticatoio dopo un po’, quindi potrei ben sperare…

Il momento è propizio per ringraziare. Non posso far finta di niente di fronte all’estrema fortuna che ha accompagnato, e tutt’ora accompagna la mia vita. Mi guardo esternamente e sono orgoglioso di me. Di come sono stato sempre estremamente curioso, forse la caratteristica migliore, quella che ha innescato tutto. La curiosità è un vettore molto potente, va solo capito dove indirizzarlo per ottenere i risultati migliori. E’ stata quella che mi ha spinto nei sentieri della mia saggezza, della mia calma, equilibrio ed onestà, caratteristiche duramente costruite e mai completamente concluse, work in progress di una meta gratuita ma funzionale alla sopravvivenza mentale ed emotiva. La stessa curiosità che mi ha portato ad imparare, a scoprire, ad avere un gusto, un atteggiamento, che, sebbene da deprogrammare e da rieducare, ho sempre considerato dalla parte della luce. Poi si sa, pensi di vedere la luce quando ancora hai gli occhi chiusi, ma il punto di partenza e la linea di tendenza di ciò che sei sono importanti aiuti.

Sto per lasciare forzatamente e per cause di forza maggiore la casa che abitavo con i miei genitori, loro, stanchi e differentemente impreparati rispetto a me a traslocare la loro vita, cosa che invece grazie al mio lavoro fieristico sono più abituato a fare. E’ comunque un trauma. Come lo è vedere tua madre e tuo padre, confusi, chiederti l’aiuto che tu hai beneficiato nell’insediarti in quello spazio. E’ una cosa che ti mangia dentro. Ed ho visto le mie sorelle diventare adulte oggi. Oltre ogni aspettativa, che si sa è sempre sbagliata e inutile, come le opinioni, ma constato come questa situazione riveli la sua perfezione. Qui non è il problema delle cose materiali. Certo, per loro le abitudini che si rompono sono uno shock, ma anche per loro questa è una prova. Ricostruire le fondamenta della tua ”base” di punto in bianco e senza aiuti non è semplice, così come non lo è a 46 anni da zero ed all’età dei miei genitori, ripartendo da zero. Ma anche il ripartire da zero deve essere un’opportunità. Quella che stasera non vedo. Chiedo venia. Chiedo perdono. Chiedo scusa. Ringrazio. Amo.

Proprio come nell’ho’oponopono, mi dispiace, ti perdono, grazie, ti amo. Manca il coraggio, se di coraggio si può parlare. Eppure poco fa ripensavo come questa storia potesse essere raccontata in terza persona plurale, come riportare un racconto. Qualcosa che non è reale. Ebbene, questa volta calo l’asso. Tutto ciò non sta accadendo realmente. E’ solo una rappresentazione nel gioco di questa immensa Matrix. Perché dovrei ammazzarmi quando se ben ci penso sono felice, oltre che fortunato? Senza fare paragoni, so di essere privilegiato, nonostante l’imminente perdita di radice. C’è solo in questo momento una particolare difficoltà, molto elevata, tanto quanto il nostro potenziale. Esattamente così. Ed infatti io l’ho sempre pensato che ero Speciale, ma qualcuno mi avrebbe giustamente frenato con il proverbio ”chi si loda s’imbroda”. Ma sapevo che lo ero, non in quanto superiore o migliore agli altri, ma perché avevo dentro delle domande strane che non potevo nemmeno condividere.

E le domande oggi mi sembrano normali, finalmente vi posso rispondere, senza nemmeno la smania di condividere le relative risposte. ”Ma è davvero tutto qui?, Si nasce e si muore, e poi?, Noi viviamo in questo pianeta come umani e poi?,” e la mia curiosità portava il mio sentire sempre più fuori dal corpo fino a vedermi da fuori, sempre più in alto, fino al pianeta intero, il vuoto intorno, e qualcosa che non tornava, un vuoto che comprimeva contro la credenza imposta.

Un bambino che ha queste domande e a 46 anni ha già ottenuto parziali ma esaurienti risposte, direi che ha fatto un buon lavoro. Forse l’inizio di un buon lavoro, che sarebbe un peccato interrompere, anche se, in ogni momento, sono pronto.

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